Fed Cup, Italia-Slovacchia 2-3: le azzurre adesso rischiano la serie C
Italia-Slovacchia va in archivio con la clamorosa eliminazione delle tenniste azzurre, umiliate dalla rappresentanti slovacche.
Italia-Slovacchia di Fed Cup si conclude nel peggiore dei modi per il tennis azzurro, con l’eliminazione della nostra nazionale che adesso rischia di sprofondare nella serie C delle World Group. Una vera onta per una nazionale che negli ultimi 18 anni si è affermata per 4 volte nella competizione diventando il fiore all’occhiello dello sport italiano. Umiliante come umiliante è stata la sconfitta patita da una Sara Errani assolutamente improponibile battuta per 6-2 6-0 dalla slovacca Daniela Hantuchova, in poco più di un’ora e un quarto. C’è da dire che la tennista azzurra è stata anche condizionata da un guaio muscolare alla coscia destra che ne ha limitato gli spostamenti.
A completare la disfatta in Italia-Slovacchia ci ha pensato la giovanissima Sramkova che ha battuto nettamente Francesca Schiavone per 6-2 6-4. Un’altra brutta e triste debacle per la nazionale capitanata da Tathiana Garbin che ad aprile dovrà evitare la clamorosa retrocessione in serie C affrontando una sfidante tra Gran Bretagna, Serbia, Taiwan e Kazakistan. Unico raggio di sole della triste giornata di Forlì il successo nel doppio composto da Paolini e Trevisan che hanno sconfitto Schmiedlova e Sramkova anche a causa del ritiro di quest’ultima che ha accusato una fitta al fianco quando le azzurre conducevano per 5-2 nel primo set.
Le parole d’addio di Francesca Schiavone
‘Mi piange il cuore ha dichiarato a fine match la Schiavone – ma lei (la Srmakova ndr) se li è meritati i suoi due punti. Sono stato 15 anni intensi, di grandi vittorie e anche di sconfitte dolorose, ma ogni partita mi è servita per crescere. Non so se ci sarò tra due mesi, ma dobbiamo pensare positivo: dietro la nostra generazione ci sono ragazze che al momento non sono al livello che richiede una competizione difficile come la Fed Cup, ma vi si avvicineranno con il tempo è, credetemi, non ci vorranno dieci anni come sostiene qualcuno’.