Anche Rafael Nadal inserito nella lista degli atleti dopati diffusa dagli hacker
Anche Rafael Nadal è incluso nella lista degli atleti dopati, diffusa da ‘Fancy Bears’ il gruppo di hacker che ha violato gli archivi della Wada.
Il nome di Rafael Nadal sarebbe tra quelli contenuti negli archivi della Wada riportanti la lista di atleti che hanno fatto in passato uso di sostanze dopanti. E’ questa l’indiscrezione diffusa dal sito Guardian online nell’ambito della diffusione dei documenti sottratti agli archivi dell’agenzia antidoping mondiale e smascherati da un gruppo di hacker denominato ‘Fancy Bears’. Nella lista, oltre a Nadal, sono inclusi anche altri nomi eccellenti dello sport mondiale.
Si parla anche di Mo Farah, che vinse l’oro olimpico nei 5 mila e nei 10 mila metri, di Melissa Tancredi, Sophie Schmidt, Loick Luypaert, Lucas Martin Rey, il nuotatore Laszlo Cseh e gli atleti francese Dimitri Bascou e Gauthier Grumier. Ma la lista è davvero lunga e contiene altri nomi meno altisonanti appartenenti a sport minori. Oltre a Rafael Nadal vengono citati alcuni atleti britannici d’eccezione, come il ciclista Skinner, ma anche e soprattutto Chris Froome, che ha vinto recentemente il Tour de France dopo una cavalcata entusiasmante.
La Wada, al momento, ha fatto sapere che le rivelazioni contenute nei documenti diffusi dagli hacker sono improprie, accusando Mosca di avere avuto un ruolo preponderante nell’azione di hackeraggio al fine di dimostrare che lo sport russo non è l’unico ad avere fatto costante uso di sostanze dopanti. Secondo l’organo mondiale di controllo antidoping si tratta solo di atleti che hanno dichiarato precedentemente di fare uso di medicinali a fini terapeutici e di averlo dichiarato anzitempo.
A marzo Nadal venne accusato da un ministro francese
Recentemente, lo stesso Rafael Nadal, venne accusato da un ministro francese di fare uso di sostanze dopanti e spesso è stato al centro di polemiche per le prestazioni sospette. L’accusa provenne dal ministro della Sanità del governo Sarkozy, Roselyne Bachelot. I sospetti nacquero a causa del periodo di inattività dello spagnolo, che durarono 7 mesi, ufficialmente per un problema al tendine rotuleo. Secondo la Bachelot, il maiorchino si fermò a causa di un test che rivelò la positività a sostanze dopanti.